Divorziata e il figlio vive con me. Posso convivere con il mio nuovo compagno?

Gentilissimo, cerco un professionista per presentare istanza di divorzio al mio ex marito da cui sono separata da 8 anni. Ho però un quesito urgente: da un anno ho un compagno che a volte si ferma a dormire a casa con me e mio figlio di ... anni.  il mio ex marito ha minacciato di rivolgersi all'avvocato perchè non ritiene che io possa farlo, (in quanto casa coniugale e figlio minorenne) a me sembra altamente discriminatorio visto che da ... anni lui convive e mio figlio a fine settimana alterni dorme a casa con loro. Posso sapere cosa dice la Legge in merito a questa cosa? Ringrazio e saluto. 

Famiglia (10/04/2019)
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Autore:
Avvocato Fabrizio Tronca
Eredità e Successioni, Immobili, Famiglia
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Risposta:

Il nostro Ordinamento non definisce né contempla come illiceita la nuova convivenza del coniuge divorziato, collocatario del figlio minore, con un nuovo compagno.

In astratto pertanto la condotta che Ella sta assumendo non è oggetto di censura giudiziale e certamente non viola alcun precetto normativo.

La ratio del divorzio, infatti, è anche consentire agli ex coniugi di ricostruirsi una vita e certamente anche a livello affettivo e di coppia.

Ciò vale anche per la coppia che abbia dato alla luce dei figli.

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Senza dubbio tale assetto deve tenere conto, ma come dovrebbe tenerne conto un matrimonio ordinario, del primario interesse del minore.

In particolare la nuova convivenza non deve pregiudicare e/o nuocere agli interesse ed ai diritti del bambino; tra gli altri esempi, in via sintetica, si pensi al nuovo componente la coppia che metta a disagio il minore, che sia causa di trascuratezza verso lo stesso o, nella peggiore delle ipotesi, che addirittura costituisca una minaccia, fisica e/o emotiva per lo stesso.

Al di fuori di ogni ipotesi che pregiudichi, in differenti maniere, i diritti del bambino, la convivenza è quindi del tutto consentita e non ha diritto di accoglimento l'eventuale richiesta di inibitoria avanzata dal marito, fondata sul solo fatto della convivenza. 

Nel caso in cui, pertanto, il padre di Suo figlio intendesse attivarsi giudizialmente per esporre al Tribunale la situazione che ha paventato, dovrà concretamente e puntualmente allegare fatti, atti e condotte della persona terza convivente e, nel caso, Suoi, che documentino come il ragazzo stia subendo un potenziale o effettivo pregiudizio.

Avvocato Fabrizio Tronca 

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