Sei un coerede? Se gestire l’eredità comune è diventato un problema, puoi promuovere, a certe condizioni, lo scioglimento della comunione ereditaria chiedendo la divisione.
La legge ti consente di infatti di dividere il patrimonio ereditario con un contratto, se c’è accordo degli altri coeredi, oppure di rivolgerti ad un giudice che si pronuncerà sulla divisione consentendo l’assegnazione delle porzioni.
La comunione ereditaria, che si determina quando l’eredità è intestata a più eredi, può dar luogo a frizioni e conflitti tra i coeredi. In relazione, ad esempio alla gestione del patrimonio comune ed alla liquidazione dei debiti. Spesso l’unico modo per risolvere questi conflitti è quello di dividere il patrimonio e consentire che a ciascun coerede venga riconosciuta una parte esclusiva del bene di cui potrà decidere in autonomia e senza ingerenze.
Non sai se accettare un’eredita? Ricorda che l’accettazione dell’eredità di regola determina la confusione del patrimonio ereditario - compresi i debiti - con quello dell’erede, per cui, una volta accettato, risponderai anche con il tuo patrimonio dei debiti del defunto.
Valuta con attenzione la tua situazione. La legge ti consente di tutelarti, ad esempio, accettando con beneficio di inventario.
L’accettazione talvolta si verifica anche senza che l’erede abbia formalmente accettato con una dichiarazione scritta (ad esempio). Questo può succedere quando si resta per un certo tempo nel possesso dei beni ereditari. E’ opportuno prestare attenzione ed essere tempestivi nel valutare la situazione.
Intendi rinunciare ad un’eredita? Per rinunciare ad un eredità è necessario seguire un iter preciso previsto dalla legge e verificare che non sussistano condizioni ostative. Ad esempio, la rinuncia non può farsi prima che si sia aperta la successione. Allo stesso modo non si può rinunciare ad un’eredità in precedenza accettata.
Generalmente conviene rinunciare ad un eredità quando il patrimonio lasciato dal defunto presenta più passività (debiti) che attività (crediti/beni). E’ molto importante valutare tempestivamente la propria situazione per decidere con consapevolezza il da farsi ed evitare sorprese.
Con il testamento si dispone del proprio patrimonio per il tempo in cui si cesserà di vivere. E’ un atto molto importante perché consente al suo autore, a certe condizioni, di decidere le persone da beneficiare. Il testamento può prevedere anche disposizioni di carattere non patrimoniale: come il riconoscimento di un figlio nato fuori del matrimonio.
E’ importante prestare particolare attenzione a tutte le attività che coinvolgono l’elaborazione, la stesura e la conservazione del testamento, così come la sua interpretazione ed esecuzione una volta aperta la successione. La legge prescrive infatti puntuali requisiti di forma e di sostanza affinché il testamento e le sue disposizioni siano valide.
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L’eredità corrisponde comunemente al patrimonio lasciato dal defunto al momento della sua morte. Il patrimonio è l’insieme di tutti i beni, compresi i debiti e crediti, riferiti a una persona.
Con la successione ereditaria il patrimonio ereditario del defunto viene quindi trasmesso dal defunto ai suoi eredi, secondo regole ben precise indicate dalla legge ed, eventualmente, dallo stesso defunto qualora abbia fatto testamento.
Le principali problematiche che tipicamente coinvolgono chi è interessato da un’eredità, riguardano la predisposizione del testamento, la revoca di alcune sue disposizioni, l’apertura della successione e l’ eventuale accettazione o rinuncia dell’eredità, il pagamento dei debiti dell’eredità, la reintegrazione della quota riservata ai legittimari, la divisione dell’eredità laddove vi siano più coeredi.
Al fine di consentire una maggiore consapevolezza delle problematiche coinvolte e una migliore valutazione circa l’opportunità di richiedere consulenza ed assistenza legale, di seguito si fornisce una sintetica disamina delle problematiche appena indicate.
La divisione ereditaria
Si tratta di una procedura che consente ai coeredi di sciogliere la comunione tra di loro istituita in ragione dell’accettazione dell’eredità. In altri termini, quando più soggetti sono stati nominati eredi, attraverso l’accettazione dell’eredità gli stessi divengono proprietari, per la rispettiva quota, di tutti i beni che formano oggetto dell’eredità medesima. Si verifica così una situazione di comproprietà tra i vari eredi che prende il nome di comunione ereditaria.
Qualora, per qualsiasi ragione, uno dei coeredi voglia svincolarsi dalla situazione di comproprietà sopra i beni ereditari, può sollecitare lo scioglimento della comunione ereditaria. Procedendo, quindi, alla divisione dell’eredità.
Le ipotesi attraverso cui giungere alla divisione dell’eredità sono le seguenti:
Accettazione dell’eredità
L’accettazione dell’eredità determina, salvo eccezioni, il subentro dell’erede nel patrimonio del defunto e quindi la confusione del patrimonio proprio dell’erede con quello ereditato. Il patrimonio oggetto dell’eredità, ovviamente, può essere costituito da attività e da passività. E’ quindi importantissimo verificare con attenzione il patrimonio ereditario per determinare la consistenza di eventuali passività. Al fine di evitare che i debiti ereditari, laddove rilevanti, intacchino anche il patrimonio personale dell’erede per effetto della citata confusione.
L’accettazione dell’eredità è un atto che può manifestarsi sia in modo espresso sia in modo tacito, ad esempio nel caso in cui colui che è interessato ad un eredità (il così detto “chiamato all’eredità”) compia degli atti di disposizione sui beni ereditari che presuppongano la sua volontà di accettare.
Accettazione dell'eredità con beneficio di inventario. Per tutelare il chiamato all’eredità contro le eventuali passività presenti nel patrimonio ereditario, la legge gli consente, a certe condizioni, di accettare con beneficio di inventario. Si tratta di una particolare procedura che consente all’erede di tenere separato il proprio patrimonio dal patrimonio oggetto dell’eredità e di effettuare un accertamento analitico della situazione, dunque della presenza o meno di debiti ereditari consistenti.
Rinuncia all’eredità.
La rinuncia all’eredità è l’atto attraverso il quale il chiamato all’eredità (che in caso di accettazione diverrebbe a tutti gli effetti erede) manifesta la volontà di non acquistare quanto oggetto dell’eredità. Le ragioni del rifiuto possono essere molteplici, ma, di regola, è la presenza di forti debiti ereditari ciò che raccomanda, e a ragione, di rinunciare.
L’atto di rinuncia all’eredità deve essere compiuto secondo alcune formalità previste dalla legge (notaio/cancelleria del Tribunale) e quindi iscritto nel registro delle successioni.
L’erede che rinuncia validamente all’eredità non può essere chiamato a rispondere dei debiti ereditari.
Testamento.
Si tratta di un atto formale attraverso il quale una persona dispone del proprio patrimonio per il tempo in cui non sarà più in vita. Se il testamento è valido, la successione ereditaria è regolata da quest’atto. Per quanto non disponga il testamento restano applicabili le regole poste dalla legge.
Di regola il testamento individua i beneficiari (cioè i potenziali eredi) ed indica come deve essere tra loro ripartito il patrimonio ereditario. Possono inoltre essere contemplate nel testamento una molteplicità di disposizioni ulteriori legate alle modalità con cui dare attuazione alle volontà del testatore.
Chi intende predisporre il proprio testamento deve considerare, tra le molteplici variabili, anche il fatto che alcuni parenti prossimi (i così detti “legittimari”), sono tutelati dalla legge. Nel senso che a prescindere dalla volontà del testatore, questi soggetti hanno diritto ad una certa quota dell’eredità.
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